Farmaci antipsicotici
Cosa sono i farmaci antipsicotici?
I farmaci antipsicotici sono farmaci comunemente usati per trattare i sintomi dei disturbi psicotici, ma vengono anche utilizzati come stabilizzatori del tono dell’umore o forti disturbi d’ansia.
Gli antipsicotici sono farmaci efficaci per quanto sono spesso gravati da effetti collaterali
A seconda dell’utilizzo e dello scopo per cui vengono impiegati, gli antipsicotici possono avere un effetto praticamente istantaneo oppure richiedere fino a qualche settimana per essere pienamente efficaci.
Chi ne ha bisogno?
Il principale utilizzo di questi farmaci riguardi sia la cura che la prevenzione dei sintomi psicotici (deliri e allucinazioni) di qualunque origine. Sono inoltre utili nel controllo dell’agitazione psicomotoria che può verificarsi nelle più diverse situazioni.
Tuttavia, soprattutto i farmaci più recenti, trovano un largo impiego come stabilizzanti del tono dell’umore nei casi di Disturbo Bipolare, e si sono dimostrati utili sia nel controllo delle fasi di eccitamento maniacale, sia come potenziatori degli effetti degli antidepressivi.
A dosaggi ridotti, molti antipsicotici trovano indicazione come forti ansiolitici e possono avere un ruolo nella cura del Disturbo Ossessivo-Compulsivo – al momento fuori indicazione ufficiale in Italia.
Infine l’effetto che gli antipsicotici hanno nel controllo dell’impulsività e nella stabilizzazione dell’umore li rende molto utili come terapia aggiuntiva alla psicoterapia nei Disturbi di Personalità – anche in questo caso al di fuori delle indicazioni ufficiali.
Come funzionano gli antipsicotici
Tutti gli antipsicotici, seppur in maniera diversa, sono accumunati da un’azione di blocco dei recettori della Dopamina nel Sistema Nervoso Centrale.
Mentre alcuni dei farmaci più vecchi presentano esclusivamente o principalmente questo tipo di attività chimica, i farmaci più recenti agiscono sul sistema serotoninergico oltre che su quello dopaminergico. Queste caratteristiche si pensa possa spiegare la minore incidenza di effetti collaterali e il miglior beneficio sul tono dell’umore.
Tipi di Antipsicotici
Esistono due classi di AP. Se è vero che tutti gli AP funzionano bene nel complesso, nessun farmaco specifico o classe di farmaco funziona ugualmente bene per chiunque. È possibile quindi che si debba procedere per tentativi prima di trovare il farmaco migliore per il singolo caso.
Antipsicotici di Prima Generazione (First Generation Antipsychotics, FGA)
Di seguito solo alcuni dei principali AP di Prima Generazione
- Aloperidolo (Serenase®, Haldol®)
- Perfenazina (Trilafon®)
- Flufenazina (Moditen®)
- Promazina (Talofen®)
- Clorpromazina (Largactil®, Prozin®)
- Zuclopentixolo (Clopixol®)
- Trifluoperazina (Modalina®)
- Levosulpiride (Levopraid®)
I FGA, detti anche neurolettici, sono utilizzati nel controllo dei sintomi psicotici. Alcuni di questi farmaci risultano essere tra i più efficaci disponibili, come l’Aloperidolo o la Perfenazina. Tuttavia il loro profilo di effetti collaterali li rende una seconda scelta rispetto a farmaci più recenti, spesso meno efficaci ma molto più tollerabili.
I principali effetti collaterali di questa classe di farmaci dipende dal blocco del sistema della Dopamina. Possono verificarsi infatti sintomi neurologici noti come Effetti Extrapiramidali (EPS).
I principali EPS sono il tremore, il rallentamento motorio, le distonie e le discinesie acute e tardive. In passato le modalità di cura, gli alti dosaggi e la mancanza di alternative terapeutiche rendevano questi effetti collaterali molto problematici per i pazienti, tanto da influenzare l’immaginario collettivo sulla tossicità di questi farmaci.
Fortunatamente i moderni protocolli di cura, che non si basano esclusivamente sulla terapia farmacologica, rendono possibile l’utilizzo di minori dosaggi di farmaci, al punto che alcuni quadri neurologici tipici dovuti ai FGA sono oggi quasi completamente scomparsi.
Altri effetti collaterali comuni sono la sedazione – talora effetto desiderabile nei soggetti insonni, e alcune modificazioni dell’attività elettrica del cuore, generalmente di scarso significato clinico.
Infine il blocco della Dopamina in alcune aree del cervello comporta il rialzo di un ormone detto Prolattina, che può comportare interruzione del ciclo mestruale nelle donne ed impotenza negli uomini.
Antipsicotici di Seconda Generazione (Second Generation Antipsychotics, SGA)
Questa classe include
- Clozapina (Leponex®)
- Quetiapina (Seroquel®)
- Risperidone (Risperdal®)
- Paliperidone (Invega®, Xeplion®)
- Aripiprazolo (Abilify®)
- Olanzapina (Zyprexa®)
- Ziprasidone (Zeldox®)
- Asenapina (Sycrest®)
- Amisulpride (Solian®)
I SGA hanno tutti effetti molecolari piuttosto differenti tra di loro, rendendo ognuno di questi farmaci un caso a sè stante.
Ciò che li accomuna quasi tutti è la loro scarsa o nulla propensione a creare effetti EPS – tranne risperidone e paliperidone, e la loro tendenza a portare a effetti collaterali di tipo metabolico come aumento di peso e iperglicemia, tranne l’aripiprazolo.
Un caso ancora più particolare è la Clozapina.
La Clozapina è senza dubbio l’antipsicotico più efficace attualmente in commercio, risultando di molto superiore a qualsiasi altro farmaco nel controllo dei sintomi psicotici. Tuttavia la Clozapina è associata a rari ma gravi effetti collaterali che limitano il suo utilizzo all’ambiente sanitario pubblico. La Clozapina viene utilizzata solo in quei pazienti in cui almeno 3 altri antipsicotici si siano rivelati inefficaci – secondo alcuni studi il numero di tentativi può essere ridotto a due.
I rischi associati alla Clozapina sono comunque rischi calcolati e controllati che possono essere tranquillamente gestiti presso un Centro di Salute Mentale o un ambulatorio specialistico.
Effetti collaterali
Gli effetti collaterali specifici dei FGA sono gli effetti neurologici extrapiramidali, l’acatisia e il rialzo della prolattina con conseguente amenorrea. Inoltre questi farmaci posso modificare l’ECG e dare sedazione.
I SGA danno più frequentemente aumento di peso, rialzo di colesterolo e trigliceridi nel sangue e sedazione.
In generale questi effetti sono dose-dipendente e possono essere gestiti dal medico modificando il dosaggio, aggiungendo un secondo farmaco in grado di controllare gli effetti collaterali oppure passando ad un AP diverso.
Non solo Psicosi
Sempre più frequentemente gli AP sono utilizzati per sintomi diversi da quelli psicotici.
Fondamentale è il ruolo dei SGA come stabilizzanti dell’umore sia in fase acuta che di mantenimento del disturbo bipolare. L’utilizzo di farmaci come l’Aripiprazolo o il Paliperidone è sempre più comune come alternativa a farmaci stabilizzanti-anticonvulsivanti quali l’Acido Valproico, la Carbamazepina o il Litio.
L’Olanzapina, la Quetiapina e l’Aripirazolo associati ad un AD si sono dimostrati molto efficaci nel trattamento di forme di Depressione con o senza sintomi psicotici anche non associate a disturbo bipolare.
Infine, Aripiprazolo e Risperidone si sono dimostrati estremamente efficaci nel trattamento dei sintomi del Disturbo Ossessivo-Compulsivo, associati o meno ad antidepressivi.
Storicamente, alcuni dei FGA, soprattutto a bassi dosaggi, hanno trovato e trovano tutt’ora impiego in disturbi ansiosi di grado moderato. È il caso dell’associazione, ad esempio, tra perfenazina e amitriptilina nel Mutabon®, o l’utilizzo della trifluoperazina nelle sindromi ansiose poco responsive agli Antidepressivi.
Iniziare e sospendere la terapia con Antipsicotici
La terapia con farmaci AP deve essere seguita da uno specialista Psichiatra o, nei casi più semplici, dal medico di Medicina Generale.
Per quanto tempo vanno presi?
Si sta molto dibattendo su quale sia la durata di una terapia antipsicotica, e non esiste una risposta unica a questa domanda. La valutazione dovrà essere fatta caso per caso di comune accordo tra medico psichiatra, paziente e familiari, tenendo in considerazioni i fattori di vulnerabilità e di forza dei pazienti e l’andamento naturale del disturbo in questione.
Creano dipendenza?
No, i farmaci AP non creano nè dipendenza nè astinenza – ad eccezione di una possibile ricaduta dell’insonnia alla sopsensione di farmaci sedativi utilizzati a questo scopo.
Influenze sulla guida di veicoli
Tutti i farmaci che inducono sonnolenza richiedono precauzioni particolari alla guida. Se la sedazione è particolarmente forte, si sconsiglia di guidare. Ad ogni modo la depressione stessa può influenzare la capiacità di giudizio ed i tempi di reazione alla guida.